Cosa ho imparato costruendo una barca

Non so se vi ricordate, ma già qualche mese fa vi avevo parlato del fatto che stavo pensando seriamente di costruire una barca a vela. Bene, a questo punto è quasi finita, e ho deciso di raccontarvi un po’ come è andata.

Mi piacerebbe che questo post funzionasse come un modo per ispirarvi a fare lo stesso, ma non pretendo di darvi consigli: in fatto di costruzione di barche sono ancora un pivello, come prima, solo che adesso ne ho costruita una.

E allora qui metto in fila le piccole cose che ho imparato costruendo la mia barca.

Se volete un po’ di antefatti leggetevi questo post in cui annunciavo l’inizio dell’impresa.
Se invece vi interessa sapere meglio di che si parla (in attesa magari di scriverci un post più dettagliato sopra), vi dico qualche fatto sul metodo di costruzione, sul modello eccetera.

Il tipo di costruzione che ho usato si chiama stitch&glue. In pratica si prendono dei fogli di compensato marino, li si unisce con del fil di ferro, e poi li si giunta e ricopre con un mix di resina epossidica e fibra di vetro. Poco laborioso, e finora direi efficace

la barca che ho preso a modello è il Mirror dinghy, una bellissima barchetta romantica con una storia molto interessante. La mia è leggermente diversa, con alcuni piccoli dettagli fatti in modo differente, ma si tratta di pochissime cose

la barca può essere montata sul tetto della macchina, va a vela, a motore e pure a remi. Ed è leggera

Cose che ho imparato costruendo una barca

Bene, come vi dicevo voglio parlarvi della mia esperienza, e lo faccio proponendovi per punti delle lezioni che ho imparato nella costruzione.

1. Non essere troppo perfezionista

Questa è una cosa che mi viene difficile fare, perchè a volte il problema della perfezione mi blocca. Ovvero: ho paura di fare le cose non fatte bene benissimo (e quindi mi blocco).
Nella costruzione di questo progetto ho dovuto scendere a compromessi con me stesso e con chi costruiva assieme a me, cercando di farmi andare bene il fatto che non sono un professionista, e che quindi dei piccoli o grandi errori sono da mettere in conto. Però devo dire che nel corso della costruzione della barca ci sono state tutte le possibilità per mettere una pezza agli errori, e ad oggi sono soddisfatto del risultato (quasi) finale

2. Misura due volte, taglia una volta

Questo è un proverbio inglese che ho imparato molto presto, quando stavamo tagliando dal compensato marino i pezzi per assemblare la barca. Gli errori di misurazione sono all’ordine del giorno, e quindi è meglio farci molta attenzione. In altre parole, meglio misurare più volte, e tagliare una volta sola per non dover essere costretti a rifare tutto.

In generale questo concetto vale per tutte le fasi della costruzione, non solo per quelle legate direttamente al taglio: ho imparato che bisogna cercare di pensare molto bene alle varie fasi del lavoro, e bisogna previsualizzare quello che si sta per fare, ragionandoci a fondo. Per non andare a fondo.

3. Conosci i tuoi materiali

Nel processo di costruzione della barca ho imparato varie cose su differenti materiali, sul modo in cui possono essere usati, sulle loro caratteristiche fisiche e chimiche…
Ad esempio costruendo una barca con il metodo che ho scelto si fa uso di legno massello, ma anche di compensati. Si usano resine bicomponenti e vernici, si usano fibre, diluenti ed elementi che vengono miscelati a resine.

È molto interessante conoscere le proprietà dei vari tipi di legno, capire come l’acqua sia un ambiente ostile per molti materiali, e così via.

E credo che per comprendere bene cosa si sta facendo in termini di costruzione bisogna essere curiosi e cercare di capire perchè si usa un materiale o un altro.

4. Abbi pazienza e pianifica

Nel mio caso, almeno inizialmente, ho fatto davvero poca pianificazione: si partiva da zero, e non avevamo idea di come si costruisse una barca! Però man mano che andavamo avanti, ci siamo resi conto che perdevamo un sacco di tempo facendo le cose a pezzi, non concatenando le varie fasi di lavorazione.

Con le tecniche usate da noi, infatti, ci sono delle cose che è meglio fare tutte assieme, in fasi, e ci vuole davvero un minimo di capacità di pianificazione. Niente di trascendentale, in fondo è un’applicazione pratica del punto 2 di questa lista: bisogna ragionare su quello che si vuole fare, mettere insieme i punti della lavorazione e cercare di creare delle procedure il più possibile concatenate.

 

5. Preventiva del tempo, e poi dell’altro

Sì, siamo andati lunghi: il programma era di terminare in due mesi, ma poi tra una cosa e l’altra ci abbiamo messo di più. Non sono stati tutti tempi di lavoro fittissimi, a dire il vero, ma comunque ci sono stati un po’ di imprevisti, qualche ripensamento e delle lavorazioni (in particolare quelle della resina) che hanno richiesto più tempo di quanto preventivato.

Il mio consiglio è quello di porsi un obiettivo realistico e di mettere in programma che probabilmente lo sforerete: se ad esempio volete essere assolutamente certi di mettere la barca in acqua per l’inizio dell’estate, considerate almeno due settimane in più per imprevisti di vario genere. Se invece la barca che avete in mente è grande, considerate ancora più tempo per gli imprevisti.


 

In ogni caso, se avete una mezza idea di imbarcarvi (ops, visto che ho fatto qui???) in un’impresa del genere vi consiglio di farlo: è davvero bellissimo costruire una barca con le proprie mani, e le tecniche da imparare non sono così difficili. Basta avere un minimo di manualità, o la pazienza per mettersi in gioco. Fidatevi, sarà una grande soddisfazione.

Se avete domande o curiosità scrivetemi un commento, e mi farà piacere aiutarvi a capire meglio tutto il processo!

No, la foto non è della mia barca, la mia è più semplice… Ma mi piaceva molto.

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