Perchè iscriversi al CAI

Il CAI è forse l’associazione più importante in Italia per la diffusione della cultura della montagna, ma in molti si domandano se abbia un senso iscriversi a questo ente.
Ho una mia opinione sulla questione, ma certo non voglio rispondere alla domanda “Perchè iscriversi al CAI”: mi piacerebbe più che altro aprire una discussione in merito.

In questo articolo vorrei parlarvi dei vari vantaggi di un’adesione al CAI, sia in termini pratici che più ideali. Ma soprattutto vorrei stimolarvi a raccontare la vostra nei commenti, parlando della vostra esperienza personale, chiedendovi perchè vi siete iscritti al CAI (o perchè non lo avete mai fatto).

Iscriversi al CAI

Il CAI (Club Alpino Italiano) è l’organizzazione più antica nel nostro paese in materia di promozione della passione per la montagna, ed è molto diffusa in tutta Italia. In tante città c’è infatti una sezione del CAI, che può essere grande o piccola, con specializzazioni sull’alpinismo, sull’escursionismo, sull’arrampicata… E ogni sezione ha i suoi soci, che sono poi la vera anima del CAI: molte delle attività organizzate anche dalle sezioni più grandi sono a cura dei soci, che non prendono un euro per gestirle, e lo fanno per la passione che hanno per la montagna.

Quindi iscriversi al CAI può significare idealmente diventare parte integrante di un gruppo di persone che si impegnano per divulgare la conoscenza delle tecniche alpinistiche ed organizzare attività di vario genere: insomma una cosa molto bella se si ama la natura e si vuole dedicare un po’ del proprio tempo agli altri.

I vantaggi dell’iscrizione al CAI

Ma andando più sul terra-terra, proviamo ad elencare le motivazioni che potrebbero spingere a iscriversi al CAI.

La prima e secondo me più interessante è che c’è un’assicurazione che copre i costi del soccorso in caso di incidenti. Quindi se si è tesserati CAI e – facendo gli scongiuri – bisogna usufruire dell’elicottero per un recupero, le spese sono coperte dal tesseramento CAI.
Attenzione: non si tratta di una assicurazione che copre i danni derivati da eventuali incidenti generici. Per questo tipo di copertura bisogna che l’incidente accada durante una attività organizzata e gestita dal CAI stesso.

Un secondo vantaggio riguarda i rifugi del CAI: se si pernotta o si mangia in questi rifugi si usufruisce di uno sconticino interessante. In generale non è uno sconto così eclatante, però diciamo che se dormite cinque-sei volte in un anno (la tessera del CAI è annuale) in un rifugio, vi siete praticamente già ripagati il costo. Il resto è tutto risparmio.

Ci sono anche degli sconti nel caso ci si iscriva a un corso organizzato dal CAI. In generale sono corsi ben fatti, in cui i volontari del circolo esperti (e spesso c’è gente davvero molto esperta) si impegnano dopo adeguata formazione a insegnare tecniche varie in diversi ambiti. Io ho fatto dei bellissimi corsi di arrampicata, per esempio. Ma c’è anche lo sci alpinismo, corsi sul riconoscimento della neve, corsi più generali sull’ambiente naturale e la sicurezza… Soprattutto su quest’ultimo punto i corsi CAI si focalizzano parecchio, e sotto questo aspetto c’è sempre da imparare.

Altro piccolo vantaggio: se ci si iscrive al CAI si riceve un bel mensile che secondo me vale la pena di sfogliare. Se vi fate qualche giro in rifugio lo troverete sempre in bella mostra su qualche tavolo, e sapete di cosa sto parlando.

Il discorso dei sentieri

Una delle cose che però sono meno chiare riguardo al CAI, e che creano sempre polemica, è quella della manutenzione dei sentieri: il CAI è un’associazione diversa dalle altre, avendo un rapporto diretto con lo stato italiano (è un ente morale riconosciuto), e ha tra i suoi compiti quello di manutenere una parte dei sentieri che si trovano sul territorio italiano. Si tratta di tenere i sentieri puliti, aggiornare la segnaletica e così via.

Un classico cartello del CAI

È un compito molto importante, non solo perchè ci impedisce di perderci in montagna, ma anche perchè fa sì che non ci siano un sacco di persone che vanno a zonzo per i monti tirando il loro tracciato e in qualche modo deturpando l’ambiente. Io sono molto d’accordo sul fatto che quando si va in ambienti naturali si debba cercare di mantenere l’atteggiamento del visitatore, che arriva e se ne va cercando di modificare il meno possibile di quello che gli sta intorno.

Ecco, la polemica – secondo me poco intelligente – è che paghiamo la tessera e però il lavoro lo fanno dei volontari. Mi sembra piuttosto sciocco come ragionamento: io non so come sia composto il bilancio del CAI, ma credo che l’intervento di una grande organizzazione nazionale che coordini e regoli la segnatura dei sentieri sia molto importante. E sono contento che il CAI esista e si prenda questa responsabilità.


 

Voi che ne dite? Vi siete iscritti al CAI? Non lo farete mai per nulla al mondo? Discutiamone!

26 commenti su “Perchè iscriversi al CAI”

    1. Ciao Silvana, onestamente no… Altrimenti non avrei nemmeno pubblicato il tuo commento, che dici? Magari spiegaci perché pensi che il CAI si senta padrone di tutto e su tutti, così facciamo davvero una discussione 🙂

    1. Ciao Luca, la cosa migliore da fare è informarsi quali sedi del CAI ci sono vicine a casa tua, e poi andare un po’ a sensazione e basarti su quello che ti interessa: in alcune magari fanno corsi di arrampicata che ti piacerebbe frequentare, oppure altre organizzano tante gite… Dipende tanto dalle attività del CAI che ti interessano di più!

  1. Ciao
    A me piace molto la montagna… Per camminate non esageratamente impegnative…. Avrei sempre voluto fare.. Ma la vita è andata così… Quindi non sono allenata… Dovrei iniziare piano piano e con il tempo che riesco a ritagliarmi per motivi famigliari… Posso partecipare da sola… E la cosa mi frena un po…. Ma chissà ora che sono in pensione possa avverare un mio sogno

    1. Ciao Laura, ma certo! Prova a sentire se ci sono gruppi locali che organizzano escursioni, di solito chi va in montagna lo fa anche per stare in compagnia e non c’è problema ad aspettare anche chi è un po’ meno allenato! Ad esempio dalle mie parti ci sono i classici giri del giovedì con i pensionati che fanno giri assieme verso i rifugi e poi si fermano lì per una bella mangiata in compagnia 🙂
      In questo periodo non so come siano messi, ma di sicuro se cerchi bene trovi qualche opportunità del genere.

  2. Mi sto appassionando al trekking, ma sono ancora un giovane inesperto (ho 20 anni), nonostante abbia un fisico allenato.
    Mi piacerebbe iscrivermi per fare escursioni in gruppo e per imparare di più su come comportarsi in montagna. Inoltre mi piacerebbe seguire dei corsi di arrampicata.
    Come mi conviene procedere?

    1. Ciao Alberto, semplicemente prova a vedere che gruppi CAI ci sono nella tua zona che facciano corsi di arrampicata, e magari vai a qualche serata per conoscere i soci locali (in questo periodo è più dura, lo so…). Di solito i corsi di arrampicata li fanno in primavera, per cui hai tempo!

  3. renata fiorentini

    Buonasera, se ho capito bene la tessera Cai non risponde se faccio un’escursione individuale senza comunicarlo al Cai. Grazie per la risposta.

    1. Ciao Renata, devi vedere bene le condizioni dell’assicurazione. Se vuoi assicurarti per l’attività individuale devi pagare un premio ulteriore.

  4. Salve mi piacerebbe iscrivermi ho 57anni e vivo in ossola.posto fantastico .x chi ama la montagna.volevo chiedere se ci vuole preparazione.Fisica.grazie.

    1. Bellissima la Val d’Ossola Maurizio! Ci ho fatto un piccolo giro di recente, proprio bei posti. Un po’ di preparazione ci vuole, ma te la fai con le gite. Meglio se senti direttamente il CAI, c’è una sede a Villadossola, una a Gravellona e una a Domo. Secondo me qualcosa che fa al caso tuo lo trovi sicuramente! 🙂

    1. Questo purtroppo dipende dalle singole sezioni… Credo non sia immediato ripristinare una ferrata, e in base all’attività della sezione che opera nella zona ci saranno più o meno problemi.

  5. Buongiorno,volevo sapere se l’iscrizione che si fa in una qualsiasi sede CAI é valida in tutte le regioni italiane……e se nel caso di un eventuale bisogno in uscite solitarie l’assicurazione interviene oppure no anche nel caso che si sfori in un altro stato. Grazie

    1. Ciao Vittorio, è valida in tutte le regioni italiane e in tutto il mondo per le attività istituzionali. Per le attività individuali invece devi sottoscrivere un’ulteriore polizza, puoi farlo sempre con loro però francamente non so se ci siano offerte migliori da quel punto di vista.

  6. Sono d’accordo con Silvana sul fatto che il cai si sente padrone di tutto, in particolare perché pensa solo di mettere divieti ma poco attento alla manutenzione come dice Alessandro. Personalmente frequento dalla pianura alla montagna passando x i calanchi, in vari modi ( a piedi in mtb e anche in moto da Enduro) capisco che non sia possibile manutentare tutto il territorio, x questo invece che mettere divieti e fare la guerra a tutti, occorrerebbe aprire una collaborazioni con tutti gli altri fruitori del territorio x un fine comune. Non faccio la tessera perché credo sia un’associazione con una mentalità estremamente chiusa e radicale. Marco

    1. Ciao Marco, non so bene a quali episodi tu ti riferisca in particolare, per cui non so dire. E nemmeno sono qui per fare il difensore del CAI, che ha sicuramente le sue storture. Noto però un dettagli nel tuo commento, che forse mi dà un indizio… Parli di enduro, e allora lì metto le mani avanti: ci sono delle leggi che regolano il movimento dei mezzi a motore in montagna, e da quel che so il CAI fa solo attività di consulenza per evitare che le montagne diventino parchi giochi. Per le moto – per come la vedo io – ci vogliono percorsi specifici, ci vuole che i motociclisti non vadano in giro senza targa, ci vuole che si capisca che se passi in cinque su un pendio in fila indiana con le ruote tassellate, hai facilmente rovinato la cotica erbosa per tanti anni. Per cui, scusami ma da quel punto di vista viva il CAI, se fa qualcosa per eliminare comportamenti dannosi.

      1. Hai travisato il mio pensiero, e confermi quanto detto nel messaggio precedente, tu come tutti appena si sente parlare di enduro, si immagina quello che hai appena detto generalizzando, personalmente quando vado in moto io e gli amici miei facciamo l’esatto contrario di quello che hai detto, anzi in più occasioni abbiamo aiutato le persone del luogo contro quelli che citi, abbiamo anche portato i medici del ps x soccorrere qualcuno. La domanda è: come mai hai considerato solo l’enduro non la mtb o i piedi? è facile ragionare in questo modo chiuso. Mi spiace ma non hai colto il vero senso del messaggio.

        1. Ciao Marco! Hai ragione, mi sono focalizzato sull’enduro perchè purtroppo ho avuto questo genere di discussioni altre volte, e mi rendo conto che farle davanti allo schermo di un computer è molte volte troppo difficile 🙂 Comunque il mio centrare il discorso sulle moto è perchè semplicemente i mezzi motorizzati, avendo più potenza, possono fare molto più danno di una persona che va a piedi, oltre a fare molto più rumore (e su questo mi sa che è difficile dire il contrario). In più le moto sono in grado di percorrere più strada di una persona a piedi o di uno in bicicletta (e pure su questo è difficile dire il contrario).
          Sicuramente non ho colto il senso del tuo messaggio, e come dicevo parlare di argomenti così divisivi senza avere un contatto diretto è più difficile, ma ti lascio un mio pensiero che sicuramente ti farà arrabbiare ancora di più: abbiamo le città, le strade provinciali, le autostrade, le statali, piene di motori. Possiamo andare ovunque con treni, auto, moto, aerei… Perchè non pensare a posti in cui sia previsto il semplice silenzio e di muoversi usando solo i propri muscoli? Mi sembra un bilancio accettabile, no?

  7. Se vado spesso in due località di montagna diverse, una in Piemonte e una in Lombardia, e mi piacerebbe potermi aggregare a dei gruppi che organizzano trekking, a quale sede mi conviene iscrivermi? O devo iscrivermi ad entrambe?
    Grazie molte

    1. Non so bene, sai… Io ti consiglierei di andare nella sezione più frequentata e iscriverti lì, tanto l’iscrizione al CAI è valida a livello nazionale e in quanto socia puoi entrare in tutte le sedi e frequentare le attività di tutte le sedi, e a partecipare alle loro attività. Poi conoscendo le persone che girano nelle due sedi costruirai la conoscenza con entrambi i gruppi senza problemi.

  8. Se posso lasciare il mio pensiero, anche se credo possa sembrare “di parte”. Sono presidente di una sezione CAI di montagna da 6 anni (questo è il mio secondo mandato) e prima consigliere per altri 6. Mi iscrissi al CAI nel 1980, con l’intento di conoscere altre zone. Si perchè essendo cresciuto in un paese di montagna, le nostre montagne le conoscevo senza “bisogno di essere tesserato CAI”. Ovviamente mi sbagliavo. Nella ns realtà siamo un’associazione di “appassionati”, ovviamente volontari, ed operiamo nel soccorso (io ci sono stato per 25 anni), nella manutenzione sentieri, con le scuole, con l’alpinismo giovanile, nella montagna terapia (accompagnare in montagna persone diversamente abili). Sono scalatore, scialpinista, escursonista ma , credetemi, quando spendo il mio tempo libero per il territorio dove vivo, (leggi manutenzione sentieri) o accompagnare bambini o disabili, ricevo ricchezza interiore talmente forte che ripaga di tutto. C’è un beneficio economico nell’iscrizione al CAI, che hai correttamente elencato, ma per me passa in secondo piano. Nella mia sezione ho consiglieri più vecchi di me (io ne ho 60), ma anche più giovani dei miei figli: spesso abbiamo dibattiti accesi ma sempre costruttivi, e cmque sempre nell’interesse della tutela dell’ambiente e senza pretendere medaglie. Del resto siamo montanari, nel senso di gente che vive in montagna, senza troppi frugoli in testa.

    1. Certo che puoi, Claudio! Grazie per il parere, magari invoglierà qualcuno a informarsi sulle attività della sezione CAI più vicina.

      Sai cosa? Secondo me se il CAI riuscisse a trovare il modo di far conoscere le sue attività dall’interno a più persone, prevedendo una quota di associazione più bassa, troverebbe più volontari e più comprensione. Alla fine l’obiezione che leggo più spesso in merito al tesserino del CAI è del tenore del “perchè devo pagare 50€ per ottenere niente?”. Ovvio che il valore del tesseramento dovrebbe essere misurato in modo non monetario, ovvio che a voler essere materialisti già l’assicurazione sarebbe un buon motivo, e pure gli sconti nei rifugi, ma purtroppo c’è una certa sottovalutazione della cosa.

      1. Riguardo alle quote, teniamo conto che il CAI favorisce molto i nuclei familiari. Ad esempio, nella mia Sottosezione (Genova – Sestri Ponente) il socio ordinario paga 50 euro, ma il socio familiare maggiorenne, che ha esattamente gli stessi diritti dell’ordinario, paga la metà ed il minore paga solo 16 euro. Qualche esempio: nucleo familiare con due soci maggiorenni, totale 75 euro, ossia 37,5 ciascuno; nucleo con tre maggiorenni 100 euro, ossia 33,3 ciascuno; nucleo con due maggiorenni e due figli minori 107 euro, per una media di meno di 27 euro ciascuno.
        Aggiungo che il socio CAI può partecipare alle attività di qualsiasi sezione o sottosezione sul territorio italiano, ovviamente purché questa abbia disponibilità di posti, sia che si tratti di uscite che di corsi. Ad esempio, se vuoi fare un corso che nella tua sezione non viene organizzato, puoi farlo pressoun’altra sezione.

        1. Grazie mille Giacomo, ottime puntualizzazioni! Altra piccola cosa interessante, l’app GeoResQ è gratis per i soci, ed è una sicurezza in più.

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